Le scoperte della fisica del ventesimo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. La teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia e la meccanica quantistica ne ha evidenziato la natura "ondulatoria". Per esempio l'atomo può essere descritto come un sistema formato da onde recanti energia ed "informazione": a questo livello la natura rivela la sua intima intelligenza. Oggi sappiamo che l'attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e forse anche subatomico, cioè a livelli descritti dalla meccanica quantistica.
Le teorie più recenti della fisica intendono dimostrare che le quattro forze fondamentali (gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole) sono aspetti di un solo "campo unificato", come era già stato ipotizzato da Einstein. Quindi è ragionevole cercare la relazione tra la mente dell'uomo ed il campo unificato, che è l'ambito fondamentale in cui avvengono i fenomeni quantistici..
Il corpo umano - inteso in senso olistico come un tutt'uno costituito da corpo e mente - è raffigurabile - e comprensibile - come un insieme di energie con frequenze vibrazionali ben precise e “funziona” in maniera normale e fisiologica fino a quando l'interscambio di informazioni tra le diverse frequenze vibrazionali resta invariato nel suo contesto naturale. Il Reiki si ispira al modello energetico della fisica quantistica che considera il corpo non solo nella sua materialità fisica o chimica, ma come Energia Vitale che si esprime biologicamente nelle reazione biochimiche e biofisiche che avvengono nelle cellule.
Nella tecnica del Reiki, poiché siamo esseri energetici in un universo fatto di energia, l'operatore Reiki capta le onde elettromagnetiche presenti nell'aria (tutte, di ogni frequenza) come se lui stesso fosse un'antenna e le trasforma nella frequenza più affine a quella umana, adatta cioè ad essere assimilata.
Le mani di un operatore Reiki irradiano infrarossi in quantità maggiore rispetto ad un non operatore Reiki: non si vedrà sulle mani luce visibile (riferimento alla “ Legge della fotoluminescenza” - che indica l'insieme dei processi grazie ai quali determinate sostanze assorbono, sotto l'effetto di una radiazione elettromagnetica incidente, fotoni per poi riemetterli esse stesse in tutte le direzioni.) ma verranno percepiti sotto forma di calore dalla persona “trattata” .
Aprendo una parentesi sugli infrarossi possiamo ricordare che da oltre vent'anni in occidente “la luce che cura” è alla base delle terapie fisioterapiche ad infrarossi che utilizzano vari tipi di macchinari radianti raggi infrarossi alla frequenza adatta al corpo umano, quindi facilmente assimilabili e direzionabili. I primi impieghi si sono visti con successo sull'apparato scheletrico e muscolare, per facilitare il saldarsi di fratture e micro lesioni che non trovavano altra soluzione attraverso le terapie convenzionali o come terapia del dolore e delle infiammazioni.
Ad oggi, non ci sono ospedali o centri riabilitativi che non pratichino la terapia ad infrarossi. L’energia calda degli infrarossi può essere “fotografata” e registrata dalle più moderne strumentazioni mediche utilizzate in campo diagnostico per capire dove e se esista una disfunzione: gli apparecchi rilevatori
di infrarossi indicano, ad esempio, una cattiva circolazione del sangue.
Gli apparecchi scientifici emettitori di infrarossi a scopo terapeutico fanno quello che l'operatore Reiki fa con le sue mani, cioè trasformano l'energia (elettrica per le macchine) in raggi infrarossi.
Esistono in commercio anche strumentazioni ad uso privato, per ogni scopo o patologia, poiché ciascun organo del corpo necessita di una frequenza infrarossa differente; ad es. strumenti per rivitalizzare l'epidermide e favorire l'assorbimento di alcuni principi attivi, oppure stick infrarossi contro l'herpes labiale. Il Reiki è invece biocompatibile per natura e non presenta difficoltà di utilizzo.
Si possono condividere alcuni principi fondamentali del “trattamento” Reiki, inserendoli nella prospettiva della medicina energetica. L’Energia Reiki si traduce in Effetto Fisico, non Effetto Placebo. Quando un paziente o il medico stesso crede fortemente che un trattamento gioverà, proprio quella convinzione può creare un favorevole cambiamento fisico: questo fenomeno – effetto placebo – non deve essere confuso con il successo ottenuto tramite trattamenti Reiki.
Krinsley D. Bengston, ha constatato nei suoi esperimenti attenti e differenziati un 87,9% di pieno successo dopo trattamenti Reiki offerti.
Lo stesso Bengston affermerà: I risultati del mio accurato lavoro sono entusiasmanti: i trattamenti Reiki non hanno nulla a che fare con l’effetto placebo, si riscontra piuttosto un responso diretto e rimarchevole utilizzando l’energia sprigionata attraverso le mani dell’operatore (…).
(Krinsley D. Bengston – The Effect of the Laying On of Hands , Journal of Science Exploration, 2000)
Il Reiki produce onde elettriche e magnetiche che possono essere misurate: certificazioni, elaborati, testi specifici ne testimoniano gli effetti indiscutibili.
Dr. James L. Oschman, uno fra i più autorevoli scienziati di medicina energetica dichiara: “..noi stessi siamo energia elettrica e magnetica...possiamo misurarlo, e saperne di più sulla nostra condizione (…)”. Gli effetti dei campi magnetici appartengono all’intero sistema vivente, e possono essere evidenziati da strumentazioni magnetonometre e lo SQUID (superconducting quantum interference device).
(James L.Oschmann – Energy Medicine: The Scientific Basis / Energy Medicine in Therapeutics and Human Performance) Tamisha Sabrina – The UK Reiki Federation
La misurazione di campi biomagnetici è stata argomento emergente parallelamente all’avvento della fisica quantistica. In occidente prevale un orientamento “tecnologico” sia per diagnosi che per trattamenti: risonanze magnetiche, pacemaker, defibrillatori, laser e altro. Elettrocardiogramma ed encefalogramma sono utilizzati da quasi un secolo, dunque l’approdo a risposte biomagnetiche ci appartengono ormai da molto tempo. Negli anni ’70 ogni ricerca a tale proposito ha condotto ad una affermazione inconfutabile: si possono stimolare processi di crescita e di risanamento. Nelle fratture ossee, ad esempio, la terapia elettromagnetica registra pieno successo: il range di frequenza necessario è di 7 Hz. Gli impulsi magnetici registrati dalle mani degli operatori Reiki sono parimenti comprovati, livelli elettromagnetici di bassa frequenza: 2 cicli al secondo (Hz) per rigenerazione nervina, 7 Hz per la ricrescita ossea, 10 Hz per rigenerazione dei legamenti e 15 Hz per formazione capillare. Gli operatori Reiki descrivono tali impulsi “una canalizzazione” di Energia Universale: per meglio dire i reikisti sono conduttori di ‘frequenze universali’ che utilizzano per stimolare l’autoguarigione e per armonizzare.
(Tamisha Sabrina – The Science Behind Reiki: What Happens in a Treatment – The UK Reiki Federation)
William Tiller, professore emerito della Stanford University, ha pubblicato degli specifici paper sullo studio delle "energie sottili" (libera traduzione da subtle energies) e altri argomenti presi in esame dal suo libro bianco sulla scienza psicoenergetica.
"Le energie sottili sono energie reali non direttamente osservabili poiché operano al livello del "vuoto", l'energia negativa, il caotico Mare di Dirac. Queste si possono convertire in uno stato osservabile dalla nostra attuale condizione umana solo tramite un trasduttore intermedio. Oggi, questi trasduttori sono primariamente dei sistemi viventi. Essi costituiscono una larga parte dei fenomeni osservati sperimentalmente che sono abbastanza inspiegabili basandosi solamente sul paradigma scientifico accettato delle quattro forze conosciute che operano nell'universo fisico. Un potenziale riconosciuto, il vettore magnetico, sembra che giochi il ruolo di "ponte" tra le energie sottili, inosservabili, e le energie fisicamente osservabili associate ai campi magnetici ed elettrici."
Fritz-Albert Popp laureato in Fisica Sperimentale presso l'Università di Würzburg (la stessa in cui Röntgen scoprì i raggi X) dove ha ricevuto il premio Röntgen.
Nel 1969 ha ricevuto il dottorato in Fisica Teorica presso l'Università di Magonza. Nel 1973 ha ottenuto l'abilitazione in Biofisica e Medicina presso l'Università di Marburgo. Attualmente è stato a capo di un gruppo di ricerca presso il Technology Center di Kaiserslautern ed è inoltre proprietario dell'azienda "Biophotonics."
Secondo Popp, il corpo umano è costituito da miliardi di cellule che comunicano fra loro per organizzarne il corretto funzionamento. Si coordinano e trasmettono attraverso un preciso linguaggio in codice, i biofotoni, tramite il quale costituiscono gli organi, gli apparati e tutte le funzioni che rendono possibile la vita fisica e mentale.
La teoria dei biofotoni, insegnata dal fisico Popp, sulle tracce di un'intuizione ardita del russo Gurwitsch (1922), offre la credibile interpretazione (avvalorata da molteplici esperimenti) del fatto che l’evento biologico primario alla base della vita ed anche delle alterazioni che portano alla malattia, sia un evento fisico di natura informazionale e quindi elettromagnetica (frequenze modulate).